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La giornata mondiale dell’ambiente (in inglese World Environment Day o WED) è una festività proclamata nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e viene celebrata ogni anno il 5 giugno. È stata celebrata per la prima volta nel 1974 con lo slogan Only One Earth (una sola Terra). [1]

Ma come sono collegati la Crisi Climatica (Climate Crisis) e la salute Cardiovascolare? E perché dovrebbe interessare anche a chi, come noi del Progetto CentoPassiPerLaVita, si occupa di cuore e Rianimazione Cardio-Polmonare [RCP]?

Sebbene sembrino due temi estremamente divergenti, come ci insegnano i manuali di medicina, tutte le malattie devono la loro insorgenza all’interazione tra come siamo fatti (e più in particolare com’è fatto il nostro patrimonio genetico) e l’ambiente in cui viviamo.

Questo delicato equilibrio che vede il nostro organismo lavorare costantemente per equilibrare gli stimoli che dall’esterno, e quindi dall’ambiente, lo impegnano, ci mantiene in salute fintanto che i meccanismi di compenso sono in grado di eseguire al meglio i propri compiti, e gli stimoli dannosi che provengono dall’ambiente non risultano essere tali da non poter più essere compensati dai nostri sistemi di correzione interna.

Una pianeta con la febbre

Il corpo umano è costantemente mantenuto da processi chimici e biologici ad una temperatura pari, o comunque non superiore ai 37,5 °C.

Parimenti, anche la Terra ha una sua temperatura “media”.

Attualmente, è previsto che al termine del secolo che stiamo vivendo la temperatura media della terra avrà raggiunto un valore medio di circa 3°C superiore a quella rilevabile precedentemente alla Prima Rivoluzione Industriale. [2]

Negli ultimi duecento anni questa temperatura è andata sempre aumentando, portando ad una vera e propria condizione di “febbre” e, sebbene non sia sempre immediato accorgersene, l’anticipo di estate che abbiamo sperimentato nel maggio appena passato possono aiutarci a comprendere come, sempre di più, ci sia … qualcosa che non va!

L’immissione continua di elementi definiti “clima-alteranti” è alla base di tale condizione.

Ma può tutto questo avere conseguenze in termini di salute? E se si, di che genere di conseguenze stiamo parlando?

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Una scomoda verità

La verità è che il cambiamento climatico sta già avendo effetti negativi sulla salute delle persone, anche in Italia!

Dai dati raccolti negli anni è risultato che dal 1950 al 2020 la superficie di territorio italiano a subire almeno un mese all’anno di siccità e restrizione idrica è quasi raddoppiata, mettendo a rischio la sicurezza alimentare e idrica della popolazione come mai prima.

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Inoltre, gran parte dei gas serra esercitano anche una forte azione inquinante con conseguenze dirette sulla salute delle persone: nel 2019 l’Italia ha infatti raggiunto il secondo posto in Europa per morti attribuibili all’esposizione a inquinanti quali i PM2,5

E mentre le condizioni estreme del clima si manifestano e si intensificano, il peso sulla salute di diete sbilanciate, stili di vita sedentari e inquinamento dell’aria si manifesta con sempre maggiore evidenza.

Il Colpo di Calore

Il colpo di calore è la più temibile conseguenza di un incontrollato aumento della temperatura corporea.

Sebbene chiunque possa sperimentarlo, bambini e anziani sono i soggetti più a rischio.

L’innalzamento della temperatura corporea oltre i 40°C è infatti in grado di causare gravi danni a più di un sistema, colpendo organi come il cervello, i reni, i muscoli il sistema Cardio-Circolatorio, e quindi il cuore.

L’esposizione a temperature elevate, in presenza di molta umidità, specialmente durate l’attività fisica, sono tipicamente gli scenari più comuni.

Evitare di esporsi direttamente alla luce solare nelle ore più calde, idratarsi, indossare abiti leggeri e chiari ed evitare l’attività fisica nelle ore centrali della giornata, sono tutte strategie utili a mitigare l’effetto del calore sull’organismo umano.

Climate Crisis e Rischio Cardio-Vascolare

Nel 2003, in Italia, le “ondate di calore” sono state ritenute responsabili di un incremento del numero di decessi superiore al 20% nelle città di Milano e Torino, interessando in particolare la popolazione anziana (75-84 anni) e molto anziana (oltre 85 anni), particolarmente di sesso femminile. [cit. The impact of the summer 2003 heat waves on mortality in four Italian cities]

In particolare, i sottogruppi maggiormente colpiti sono risultati essere i pazienti con patologie cardiovascolari, psichiatriche e con altre patologie croniche, ma anche coloro che vivevano da soli e avevano una scarsa partecipazione alla vita sociale, una condizione socioeconomica fragile e l’incapacità (spesso economica) ad accedere a strumenti di condizionamento dell’aria. [cit. Linking health justice, social justice, and climate justice, Socioeconomic inequality in vulnerability to all-cause and cause-specific hospitalisation associated with temperature variability: a time-series study in 1814 Brazilian cities]

Come conseguenza, a partire dal 2004, il Ministero della Salute italiano, in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile, ha implementato un Programma Nazionale per l’analisi e la prevenzione degli effetti sulla salute correlabili all’esposizione all’eccessivo calore durante il periodo estivo.

Il Progetto ha incluso nel suo programma di sorveglianza 34 città maggiori e il 93% delle persole ivi residenti con un’età superiore ai 65 anni, portando allo sviluppo del Sistema di Osservazione e Allerta Caldo (Heat Health Watch Warning System, HHWWS) che, mediante l’identificazione dei soggetti a rischio (grazie alla collaboratori dei Medici di Medicina Generale, dei Medici Ospedalieri e del Personale dei Servizi Sociali), ha potuto sviluppare e attivare strategie tempestive e mirate a compensare gli effetti delle ondate di calore su queste popolazioni.

Campagne di educazione, linee telefoniche dedicate, servizi locali di supporto sociale e attività di sorveglianza attiva per i pazienti più a rischio mediante la compilazione di registri locali e protocolli di emergenza dedicati sono solo alcune delle strategie attivate.[cit. Surveillance of Summer Mortality and Preparedness to Reduce the Health Impact of Heat Waves in Italy]

Cosa possiamo fare

Sebbene con ancora troppa lentezza, qualcosa sta però cambiando.

Recentemente anche il Bel Paese si sia dotato finalmente di politiche a breve e lungo termine per la mitigazione del “cambiamento climatico”: nel prospetto del Ministero per la Transizione Ecologica dell’Agosto 2021 sono state infatti citati per la prima volta i “co-benefici” sulla salute conseguenti alle azioni di mitigazione della crisi climatica. [cit. Health co-benefits of climate change action in Italy]

E questo anche grazie alle evidenze che ci arrivano da tutto il mondo.

Esistono infatti studi che hanno valutato strategie utili a diminuire l’emissione di gas serra e, contemporaneamente, utili ad agire sulla salute delle persone.

Uno studio inglese, basato su un modello differente di mobilità (auto elettriche, biciclette), ha ad esempio valutato l’impatto sulla salute delle persone in due città: Londra e Deli. [3]

I risultati? Nel caso di Londra il principale beneficio atteso è stato un aumento della vita attiva dei Cittadini, con una conseguente riduzione del rischio di diabete, malattie ischemiche cardiache, ictus e altre problematiche di salute correlate ad uno stile di vita sedentario. In città caratterizzate da un elevato livello di inquinamento dell’aria come Deli, i benefici attesi in termini di salute sono stati quelli conseguenti ad una marcata diminuzione degli inquinanti stessi, nocivi per la salute.

I benefici di tali azioni sulla salute sarebbero svariati: riduzione dell’inquinamento dell’aria, aumento dell’attività fisica mediante l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi a quelli mossi da fonti fossili d’energia, modifiche nella dieta. [4]

In un altro studio, pubblicato su The Lancet Planetary Health [Cit. Green space, health, and wellbeing: considerations for South Asia], alcuni ricercatori sono stati in grado addirittura di correlare la quantità di “aree verdi” presenti nelle città dei paesi nel Sud-Est Asiatico, con il benessere dei cittadini: vivere in un ambiente circondato dal verde ridurrebbe infatti tutte le cause di mortalità e la presenza di malattie cardiovascolari nella popolazione residente! [cit- Green space, health, and wellbeing: considerations for South Asia] Questo perché la presenza di quartieri con aree Verdi in cui è possibile svolgere attività fisica favorirebbe l’esercizio, riducendo il rischio metabolico di quelle popolazioni e favorendone la salute psicologica.

Conclusione 

Se la cura e la difesa del Pianeta non fossero già dei motivi sufficienti, anche la sola mitigazione dei mutamenti climatici dovrebbe essere motivo necessario e sufficiente per agire sulle cause della Crisi Climatica e sulle conseguenze che questa avrà sulla salute.

L’innalzamento dei livelli del mare [cit. Floods in China, COVID-19, and climate change] con la conseguente erosione dei territori costieri e la scomparsa delle piccole isole e la conseguente necessità di migrazione delle popolazioni residenti, l’emergere e il diffondersi di patologie tropicali in parti del mondo prima risparmiate (es. Virus Zika, West Nile Virus, Ebola), le conseguenze sull’industria alimentare che, nella necessità di mantenere le proprie capacità produttive, si vede già oggi costretta ad utilizzare farmaci potenzialmente coinvolti nell’insorgenza di patogeni resistenti agli antibiotici [Cit. – Poultry farming, climate change, and drivers of antimicrobial resistance in India], l’insicurezza alimentare [cit. Climate change worsens global inequity in maternal nutrition], il deterioramento della qualità dell’acqua disponibile e l’insorgenza di malattie enteriche e parassitosi sono solo alcune delle conseguenze che questa situazione ci sta ponendo di fronte e con cui saremo costretti a fare i conti se non cambiamo qualcosa a breve!

Questi sono solo alcuni dei motivi che dovrebbero spingere ciascuno di noi a interessarsi di questi argomenti e a fare tutto il possibile per riportare la nostra Casa comune, il nostro Pianeta, su di una via più sostenibile ed equa.

Quindi, rispondendo alla domanda iniziale: sì, il Climate Change deve interessare anche a noi del Progetto CentoPassiPerLaVita, per il semplice motivo… che interessa tutti quanti noi!

Indipendentemente da chi siamo e da cosa facciamo, tutto questo ci vede coinvolti, che lo si voglia, o meno.

E tu, ora che lo sai, come cambierai le tue abitudini da domani?

#StayHealty #LookUp!

#OnlyOneEarth 

Forse non tutti sanno che…

Forse non tutti sanno che, la più antica testimonianza di un “colpo di calore”, ovvero “la conseguenza più grave che può derivare dall’incremento anomalo della temperatura dell’organismo oltre i 40°C”[5], è vecchia di quasi 2000 anni! Siamo nel 24 a.C. e Gaio Aelio Gallo, prefetto d’Egitto, è in marcia verso l’Arabia Felix (l’attuale Yemen) per ordine di Cesare Ottavio Augusto[6]. Durante la campagna militare infatti, l’esercito, impreparato ad affrontare il calore del deserto, subì grandi perdite a causa del calore e della disidratazione. [7] La testimonianza di questa disastrosa campagna ci è stata riportata da Dio Cassio.


Bibliografia:

[1]     Wikipedia, “Giornata mondiale dell’ambiente.” 2022, Accessed: May 16, 2022. [Online]. Available: https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_mondiale_dell’ambiente.

[2]     A. Haines, “Health co-benefits of climate action,” The Lancet Planetary Health, vol. 1, no. 1. pp. e4–e5, Apr. 2017, doi: 10.1016/S2542-5196(17)30003-7.

[3]     J. Woodcock et al., “Public health benefits of strategies to reduce greenhouse-gas emissions: urban land transport.,” Lancet (London, England), vol. 374, no. 9705, pp. 1930–43, Dec. 2009, doi: 10.1016/S0140-6736(09)61714-1.

[4]     A. Haines et al., “Public health benefits of strategies to reduce greenhouse-gas emissions: overview and implications for policy makers,” Lancet, vol. 374, no. 9707, pp. 2104–2114, Dec. 2009, doi: 10.1016/S0140-6736(09)61759-1.

[5]     Humanitas.it, “Colpo di calore.” https://www.humanitas.it/malattie/colpo-di-calore/ (accessed May 16, 2022).

[6]     Wikipedia, “Aelius Gallus,” 2022. https://en.wikipedia.org/wiki/Aelius_Gallus (accessed May 16, 2022).

[7]     S. Jarcho, “A roman experience with heat stroke in 24 B.C.,” Bull. N. Y. Acad. Med., vol. 43, no. 8, pp. 767–8, Aug. 1967, [Online]. Available: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19312771.

[8]     P. Läderach, G. Pacillo, P. Thornton, D. Osorio, and D. Smith, “Food systems for peace and security in a climate crisis,” The Lancet Planetary Health, vol. 5, no. 5. Elsevier, pp. e249–e250, May 01, 2021, doi: 10.1016/S2542-5196(21)00056-5.

[9]     M. Pascal et al., “Public health institutes and the fight against climate change,” The Lancet Public Health, vol. 7, no. 3. Elsevier, p. e209, Mar. 01, 2022, doi: 10.1016/S2468-2667(22)00032-9.

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