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Il sale è uno dei più antichi prodotti scambiati dall’uomo.

“Sostanza divina” per Omero, “oro bianco” per i romani, il sale ha da millenni un’importanza capitale nell’ambito dell’alimentazione, inclusa la conservazione del cibo, al punto da rappresentare anche un metodo di pagamento per i servizi prestati all’Impero.

Composto da soli due elementi (Sodio [Na] e Cloro [Cl]), il classico sale da cucina o cloruro di sodio, è un prodotto che non può mancare nelle nostre case e nei nostri piatti

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Elemento fondamentale presente in tutte le nostre cellule, la sua presenza contribuisce a svariate funzioni di base del nostro organismo, non ultima la trasmissione dei segnali motori e sensitivi lungo le vie nervose.

Le iniziative intraprese

Quella che si è appena chiusa è stata la Settimana Mondiale per la riduzione del consumo di sale (14 al 20 marzo 2022) [#SaltAwarenessWeek], al centro della quale si è affrontata la questione relativa all’impatto di questo alimento sulla salute e le conseguenti semplici ed efficaci soluzioni che tutti noi possiamo adottare per evitare le poco gradite conseguenze di un suo uso. 

Piatti pronti, carni lavorate e snack salati sono sempre più diffusi ed economici. 

Ciò comporta un aumento del consumo di questi prodotti ricchi di grassi saturi, zuccheri e soprattutto sale. Infatti, più dell’80% del sale assunto con l’alimentazione proviene da alimenti trasformati e non dal sale che viene aggiunto normalmente ai piatti: non basta dire alle persone di ridurre il consumo di sale a tavola se il cibo prevalentemente consumato ne contiene già in eccesso!

Nel mondo

La riduzione del sale è stata una caratteristica della politica alimentare di molti Paesi nel mondo ed è accettata a livello globale come una strategia economicamente vantaggiosa per migliorare la salute pubblica: ad oggi, più di 90 paesi hanno messo in atto una qualche forma di stimolo alla riduzione del sale nella dieta al fine di ridurne le conseguenze negative sulla salute. 

Uno degli strumenti utilizzabili in tal senso sono le politiche fiscali [1]: una riduzione del prezzo dei cibi salutari è stato dimostrare favorirne il consumo e un corrispettivo aumento delle tasse sul cibo cosiddetto “spazzatura” può determinare una riduzione dei consumi. [2]

Tuttavia, secondo gli autori, le politiche sanitarie dovrebbero puntare più a indicare i livelli massimi accettabili di determinati ingredienti dannosi (es. grassi saturi, sale, zucchero), piuttosto che vietarne la presenza, col rischio che l’industria alimentare finisca semplicemente col sostituirli con altri alternativi ma altrettanto dannosi. 

.. e in italia

Tra il 2008 e il 2012 sono stati avviati progetti di monitoraggio del consumo medio giornaliero di sodio nella popolazione italiana: negli adulti di età compresa tra 35 e 79 anni è pari a 10,6g negli uomini e 8,2g nelle donne. 

Si tratta di valori di molto superiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ovvero meno di 5g al giorno

La riduzione dell’assunzione di sale ai livelli raccomandati dall’OMS potrebbe prevenire 2,5 milioni di morti ogni anno. Infatti, ridurre del 30% il consumo di sale entro il 2025 è uno dei nove obiettivi del Piano d’Azione globale 2013-2020 dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili.

Per questa ragione il ministero della Salute in Italia ha avviato iniziative finalizzate a favorire la riduzione del consumo alimentare di sale, mediante associazioni dei panificatori artigianali e aziende dell’industria alimentare volti a ridurre il contenuto di sale nel pane e piatti surgelati. 

Nel 2018 l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha avviato una nuova indagine in dieci regioni italiane per valutare se il consumo di sale si sia ridotto rispetto al 2008 grazie a tali attività di prevenzione ed è emersa una riduzione significativa del consumo di sale: circa il 12% in 10 anni, passando ad un consumo di 9,5g negli uomini e 7,2g nelle donne. Questa riduzione rappresenta quindi 1/3 di quella prevista nel Piano d’azione globale 2013-2020. [3]

Secondo quanto riscontrato da una commissione appositamente istituita dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet, alcune semplici modifiche nella dieta quotidiana delle persone saranno fondamentali nei prossimi anni per rendere possibile l’ottenimento di migliori condizioni di salute generale e permetteranno di ridurre le morti premature. 

Quali sono le conseguenze di un uso eccessivo?

Ma in che modo l’eccessivo consumo di sale ha conseguenze sulla nostra salute?

Il consumo di sale è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari (CVD, cardiovascular disease), oltre che di tumore allo stomaco, malattie renali e osteoporosi. [4]

Tra i principali effetti negativi dell’eccessivo consumo di sale nella dieta troviamo infatti l’ipertensione arteriosa (del cui ruolo come Fattore di Rischio [FdR] per le malattie del sistema cardiocircolatorio avevamo parlato già qui)

Come fare quindi a ridurne l’utilizzo?

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Ridurre il sale nella dieta più contribuire a mantenere sotto controllo la pressione arteriosa.

E cosa può fare il singolo? [5] 

  • Ridurre il consumo di alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, salumi, formaggi e cibi in scatola).
  • Leggere attentamente l’etichetta nutrizionale per scegliere i prodotti a minore contenuto di sale, ovvero inferiore a 0,3g per 100g.
  • Ridurre l’uso di sale aggiunto in cucina, preferendo quello iodato. 
  • Limitare l’uso di altri condimenti contenenti sodio, come dadi da brodo e salse, preferendo come alternativa spezie, erbe aromatiche, succo di limone o aceto per insaporire i cibi. 
  • Scolare e risciacquare verdure e legumi in scatola prima di consumarli.

 In buona sostanza… basta avere solo un po’ di sale in zucca!

#StayHealty


Forse non tutti sanno che… la gestione dell’Arresto Cardio-Circolatorio [ACC] nei paesi in via sviluppo è ancora un tema che presenta grandi sfide, con dati che dimostrano che solo nel 16% dei casi vengono applicate le manovre rianimatorie da parte degli astanti e una sopravvivenza che non supera il 4% degli interessati dalla patologia acuta. Nel 2019 alcuni ricercatori, al fine di ovviare a questa situazione, hanno organizzato un Progetto di Comunità attraverso il quale insegnare le manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare [RCP] alle persone della comunità del Distretto di Bangkoknoi della città di Bangkok, in Tailandia. Aree come queste sono spesso di difficile accesso per i mezzi di primo soccorso e gli spostamenti sono spesso eseguiti mediante l’utilizzo di moto-taxi. Delle persone coinvolte, 39 (11%) erano proprio conducenti di tali mezzi di trasporto pubblico. In totale il progetto ha formato un totale di 355 persone distribuite in 10 comunità all’esecuzione dell’RCP. L’organizzazione è stata resa possibile dalla creazione di un’applicazione chiamata Siriraj Emergency Responder Application (SiER app) mediante la quale attivare tali persone in caso in ACC (l’utilizzo di applicazioni per la creazione di comunità di “Buoni Samaritani” lo avevamo raccontato qui). I risultati? L’esecuzione di manovre rianimatorie precoci è passata dal 27% al 44%! Ciò nonostante, anche a causa della scarsa diffusione di Defibrillatori ad Accesso Pubblico [PAD], la sopravvivenza dei pazienti non ha subito incrementi significativi. [6]

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PloS One è una rivista scientifica di tipo open access pubblicata da Public Library of Science dal dicembre 2006. Pubblica ricerche originali riguardanti tutte le discipline di ambito scientifico

Bibliografia

[1]     D. Mozaffarian, S. Y. Angell, T. Lang, and J. A. Rivera, “Role of government policy in nutrition-barriers to and opportunities for healthier eating,” BMJ, vol. 361, p. k2426, Jun. 2018, doi: 10.1136/bmj.k2426.

[2]     A. Afshin et al., “The prospective impact of food pricing on improving dietary consumption: A systematic review and meta-analysis,” PLoS One, vol. 12, no. 3, p. e0172277, Mar. 2017, doi: 10.1371/journal.pone.0172277.

[3]     “World Salt Awareness Week 2022 – World Action on Salt. Sugar & Health.” https://www.worldactiononsalt.com/awarenessweek/salt-awareness-week/world-salt-awareness-week-2022/ (accessed Mar. 11, 2022).

[4]     EpiCentro, “Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale 2020,” 2020. https://www.epicentro.iss.it/cardiovascolare/settimana-riduzione-sale-2020?utm_source=newsletter&… (accessed Mar. 20, 2022).

[5]     EpiCentro, “Cosa fare per ridurre il consumo di sale,” 2021. https://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=&id=5520&area=stiliVita&menu=alim… (accessed Mar. 20, 2022). Vedi anche: https://www.euro.who.int/en/health-topics/health-policy/pages/news/news/2022/03/5-recommendations-to…

[6]     S. Riyapan, P. Saengsung, J. Chantanakomes, T. Nakornchai, and C. Limsuwat, “Impact of the motorcycle-taxi cardiopulmonary resuscitation (CPR) project on bystander CPR in the Bangkoknoi district of Bangkok, Thailand,” Resuscitation, vol. 162. pp. 180–181, May 2021, doi: 10.1016/j.resuscitation.2021.02.037.