Ieri, 17 maggio 2022 ricorreva la Giornata Mondiale dell’Ipertensione (World Hypertension Day).
Con il termine ipertensione si indica quella condizione clinica determinata dalla rilevazione di una Pressione Arteriosa (PA) superiore ai valori considerati normali.
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La PA è il risultato della pressione che il sangue, spinto dalle contrazioni ritmiche del cuore, esercita sulle pareti delle arterie nel corpo.
La PA è registrata mediante la rilevazione di due numeri:
- Pressione sistolica: la pressione maggiore che il cuore esercita quando pompa il sangue nel corpo;
- Pressione diastolica: la pressione minore che il cuore esercita a riposo.
Le nuove frontiere: Blood pressure telemonitoring (BTP)
La storia della trasmissione a distanza di informazioni dei pazienti ha origini lontanissime.
Risale infatti al 1905 la prima “trasmissione a distanza” di un Elettrocardiogramma [ECG] da parte del suo inventore: Willem Einthoven [1]. Fu infatti per coprire i 1.500 metri che separavano il suo laboratorio dall’ospedale dove conduceva le sue ricerche che, al fine di rendere più produttivo il suo lavoro, il 22 marzo di quell’anno arrivò ad inviare il primo vero “telecardiogramma” di un “giovane vigoroso e in salute” (“healthy and vigorous man”), che venne quindi registrato a distanza! [1]
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Con l’introduzione delle nuove tecnologie mobili, gli strumenti digitali a disposizione della medicina si sono moltiplicati. [2]
Anche a causa del necessario distanziamento sociale imposto dalla Pandemia da Covid-19 si è reso necessario infatti , a partire dal marzo del 2020, implementare vecchi e nuovi metodi di monitoraggio a distanza delle condizioni cliniche dei pazienti. [3][4]
Secondo il Rapporto Osservasalute 2020, tra il 1° marzo e il 30 giugno 2020 sono state avviate in Italia oltre 170 iniziative digitali per facilitare la gestione dei pazienti: oltre la metà era basata sull’uso del web (38%) e del telefono (20%), per il resto l’offerta avveniva su piattaforme (29%) o app (13%). Oltre il 60% delle televisite era dedicato a pazienti non-Covid. [5]
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Tra le soluzioni messe a disposizione dalla tecnologia, da qualche anno è disponibile la possibilità di monitorare a distanza mediante “telemedicina” anche la Pressione Arteriosa [PA]!
Quando sono utilizzati dispositivi mobili di comunicazione per lo scambio di informazioni sanitarie (es. parametri vitali, immagini diagnostiche) tra medico e paziente, si parla di “mobile health” o “m-health”[6]
Oggi qualunque smartphone ha infatti -in teoria- la possibilità di essere trasformato in un dispositivo in grado di rilevare la PA. [7]
Questa strategia permette al Medico di ricevere con regolarità le rilevazioni fatte al domicilio e poter mantenere sotto controllo la situazione, correggendone per tempo eventuali alterazioni.
Dagli studi condotti [6] risulta evidente che tale strategia di gestione dell’ipertensione, combinata con un servizio di teleconsulto da parte di un team di professionisti sanitari, è associabile ad una significativa riduzione della pressione sanguigna rispetto ai tradizionali metodi e, più in particolare, in quei pazienti considerati ad alto rischio.
Una migliore gestione della pressione sanguigna permette di vivere più tempo in salute e ha anche un impatto positivo sui costi sanitari che il Servizio Sanitario Nazionale deve sostenere grazie a una riduzione nell’insorgenza di complicanze.
Grazie a queste tecnologie ci stiamo sempre più avvicinando a un’idea di “mobile-health” che, in aggiunta ad una educazione sanitaria fatta al paziente, all’utilizzo di cellulari e Applicazioni quali strumenti di promemoria per il monitoraggio e l’assunzione della terapia, e a teleconsulti da remoto, che nel complesso sarebbero in grado di promuovere nel paziente un’auto-gestione della patologia, si potrebbero raggiungere importanti risultati nel controllo del rischio cardiovascolare.
Ma quali sono i limiti di questa tecnologia?
Una scarsa educazione alle tecnologie di medici e pazienti, la scarsa consapevolezza dell’importanza di rilevare e trattare i Fattori di Rischio [FdR] cadio-vascolari come l’Ipertensione Arteriosa [IPA], la mancanza di infrastrutture tecnologiche (es. reti mobili, internet, case connesse alla rete) in molti luoghi del mondo e la necessità di dispositivi sempre più facili da usare e caratterizzati da una facilità di accesso in termini di costo (a carico del paziente o del Servizio Sanitario) sono solo alcuni dei limiti che ancora impediscono un’ampia diffusione di queste strategie di monitoraggio ad alta tecnologia. [8]
Inoltre, le disparità socioeconomiche impediscono a molte persone di accedere a tali strumenti e servizi “digitali”. [9]
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Questi sono solo alcuni dei motivi per cui la tecnologia può esserci amica, anche nel preservare la salute del nostro cuore.Come sempre: non è la tecnologia in se ad essere buona o cattiva; è come la si usa che fa la differenza!
#StayHealty
Forse non tutti sanno che…la Pressione arteriosa è un importante parametro da tenere sotto controllo durante la gravidanza. [10] Circa il 6-8% delle gravidanze sono infatti complicate da ipertensione gestazionale: questa condizione può causare parti prematuri, basso peso del feto alla nascita e può avere anche conseguenze gravi per il nascituro e per la quali la Pre-Eclampsia e l’Eclampsia. Queste condizioni, che oltre all’ipertensione sono caratterizzate dalla presenza di proteine nelle urine (proteinuria), cefalea persistente, visione offuscata e dolore addominale, possono essere ulteriormente complicate da convulsioni, indice di particolare gravità in questa patologia. Il principale metodo di screening per la Pre-Eclampsia è la misurazione della PA durante le visite prenatali e l’utilizzo di metodi rapidi per la rilevazione delle proteine nell’urina (stick urine) come ulteriore metodo di conferma precoce.[11] La Pre-Eclampsia può peggiorare rapidamente e mettere a rischio la vita della madre e del feto; da qui l’importanza di tenere sotto controllo la PA in gravidanza. La sua prevenzione è importante poiché l’unica cura utile è l’induzione del parto, e questo può accadere in un momento della gravidanza in cui il feto non è ancora sufficientemente sviluppato da sopravvivere in autonomia. Per la prevenzione di questa patologia è stata suggerito l’utilizzo dell’aspirina ma prevalentemente in pazienti ad alto rischio di incorrere nella malattia per una questione di bilanciamento dei rischi e benefici. Le principali complicazioni associate a questa terapia sono i sanguinamenti, anche se studi randomizzati controllati hanno rilevato che, se assunta a basse dosi, questa terapia non risulta incrementare significativamente complicazioni come il distacco della placenta o le emorragie post-partum.[12]
L’American Journal of Hypertension è una rivista medica mensile sottoposta a revisione paritaria che copre il campo della medicina cardiovascolare. È pubblicato dalla Oxford University Press e il caporedattore è Ernesto L. Schiffrin
Bibliografia:
[1] W. Einthoven, “Willem Einthoven,” Eur. Heart J., vol. 40, no. 37, pp. 3075–3078, Oct. 2019, doi: 10.1093/eurheartj/ehz663.
[2] AIAC, “Telemedicina, quali indicazioni dalla conferenza Stato-Regioni? – AIAC,” 2022. https://aiac.it/aggiornamento/notizie-e-commenti/interviste/telemedicina-quali-indicazioni-dalla-con… (accessed Apr. 14, 2022). [3] A. Mehrotra, K. Ray, D. M. Brockmeyer, M. L. Barnett, and J. A. Bender, “Rapidly Converting to ‘Virtual Practices’: Outpatient Care in the Era of Covid-19,” Nejm Catal. Innov. Care Deliv. Nejm, pp. 1–5, 2020, doi: 10.1056/CAT.20.0091. [4] L. R. Thronson, S. L. Jackson, and L. D. Chew, “The Pandemic of Health Care Inequity,” JAMA Netw. Open, vol. 3, no. 10, p. e2021767, Oct. 2020, doi: 10.1001/jamanetworkopen.2020.21767. [5] Alessandra Ferretti, “La rivista il Mulino: I nuovi bisogni di salute,” Feb. 23, 2022. https://www.rivistailmulino.it/a/i-nuovi-bisogni-di-salute?&utm_source=newsletter&utm_medium… (accessed Apr. 14, 2022). [6] G. Parati, E. Dolan, R. J. McManus, and S. Omboni, “Home blood pressure telemonitoring in the 21st century,” in Journal of Clinical Hypertension, Jul. 2018, vol. 20, no. 7, pp. 1128–1132, doi: 10.1111/jch.13305. [7] G. Parati, C. Torlasco, S. Omboni, and D. Pellegrini, “Smartphone Applications for Hypertension Management: a Potential Game-Changer That Needs More Control,” Current Hypertension Reports, vol. 19, no. 6. p. 48, Jun. 13, 2017, doi: 10.1007/s11906-017-0743-0. [8] P. W. Wood, P. Boulanger, and R. S. Padwal, “Home Blood Pressure Telemonitoring: Rationale for Use, Required Elements, and Barriers to Implementation in Canada,” Canadian Journal of Cardiology, vol. 33, no. 5. pp. 619–625, May 2017, doi: 10.1016/j.cjca.2016.12.018. [9] E. C. Khoong, C. R. Lyles, and L. Karliner, “Addressing Equity in Telemedicine for Chronic Disease Management During the Covid-19 Pandemic,” pp. 1–13, 2020, doi: 10.1056/CAT.20.0123. [10] B. Pace, C. Lynm, and R. M. Glass, “High blood pressure during pregnacy,” J. Am. Med. Assoc., vol. 285, no. 12, p. 1664, Mar. 2001, doi: 10.1001/jama.285.12.1664. [11] J. Jin, “Screening for Preeclampsia During Pregnancy,” JAMA, vol. 317, no. 16, p. 1700, Apr. 2017, doi: 10.1001/jama.2017.3988. [12] K. W. Davidson et al., “Aspirin Use to Prevent Preeclampsia and Related Morbidity and Mortality,” JAMA, vol. 326, no. 12, p. 1186, Sep. 2021, doi: 10.1001/jama.2021.14781.